Cockail e aperitivi che passione
Alcune curiosità sui cocktail… la parola cocktail si dice che nasca dall’unione di cock (gallo in inglese) e tail (coda) che identificava una bevanda che si poteva gustare nelle campagne inglesi dai colori simili alla penne della coda dei galli da combattimento; potrebbe derivare da termine francese coquetier – contenitore per uova- che a New Orleans veniva usato per servire i liquori, o ancora si dice che gli inglesi approdando in Sud America festeggiavano la riuscita del viaggio bevendo liquori mescolati ai succhi dei frutti tropicali.
Anche se si conosce poco della loro storia si sa che venivano utilizzati come bevande stimolanti, energizzanti o piacevolmente rilassanti grazie al mix di sostanze alcoliche mescolate con zucchero, amari, frutta e acqua.
Negli Stati Uniti aumentarono poi il loro successo grazie al proibizionismo, che impediva di trovare alcolici di qualità e i barman per mascherare il sapore spesso non buono dei liquori li mescolavano tra di loro aggiungendo ingredienti aromatici.
Lo Stinger infatti nasce in America ai tempi del proibizionismo, la menta con il suo intenso profumo e sapore sovrasta il brandy, e poteva essere servito anche nei locali pubblici.
Il Bloody Mary il cui colore ricorda quello del sangue, ha un’origine incerta, la ricetta può variare nelle spezie e nelle percentuali tra vodka e succo di pomodoro, viene spesso servito con verdure.
Il Margarita è molto amato negli Stati Uniti, sia frozen che con ghiaccio a cubetti, viene servito in un bicchiere il cui bordo è per metà o completamente coperto di sale. I puristi dicono che il sale copre il sapore della tequila e quando non buona lo migliora.
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